13.11.08

chi costui????

CONFINDUSTRIA

Terminato il mandato di Gianni Lettieri alla guida della Confindustria napoletana sono iniziate le manovre per la successione.
Due i competitors, entrambi di levatura.


Lo sfidante è Paolo Scudieri,
vicepresidente uscente della Confindustria napoletana e Ottavianese DOC. Scudieri è amministratore unico della Adler Plastic Srl che, nel 1981, prima del suo ingresso, fatturava 1 miliardo e mezzo di lire e dava lavoro a 18 dipendenti, concentrati nello stabilimento di Ottaviano. Oggi il Gruppo Adler fattura 130 milioni di euro, conta una forza lavoro di 1.500 persone ed è presente con 18 stabilimenti in diverse parti del mondo. Nel 2007 riceve l’onorificenza di Cavaliere del Lavoro. E’ impegnato in attività sociali e umanitarie, sostiene la Fondazione Cannavaro-Ferrara per gli aiuti ai bambini di Forcella e il Centro Oncologico Europeo in provincia di Torino. Grazie al suo impegno il 19 giugno scorso, ad Ottaviano, l’unione degli industriali di Napoli ha deciso di aprire una sede distaccata nella nostra città. Si tratta di un’Antenna sperimentale per il marketing associativo ed è ubicata a via Cesare Ottaviano Augusto, 11.

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l'altro è ANTONIO D'AMATO


L’Unione industriali di Napoli è divisa in sezioni: sono 15, vanno dall’ICT, al turismo, alla logistica, alla chimica, Packaging, sanità, etc ed ognuna deve esprimersi per uno dei due candidati.
Intanto il primo round dei saggi si conclude 24 a 4 per Scudieri mentre 100 aziende votano ancora per Scudieri e 10 per D’Amato.

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Emergenza rifiuti, la napoletanissima Finseda che aiuta a farne tanti................
(7 marzo 2008)

Bisogna avere se non tutti qualche capello bianco per ricordare la spesa d’una volta. Più povera certo, ma anche più sana. E assolutamente meno inquinante. S’andava al mercato con la retina ch’era l’unico prodotto di plastica o le borse di vimini. Nessuna mente speculativa aveva lanciato i sacchetti in polietilene. La Montecatini Edison non produceva ancora il Moplen. Pasta, lunga e corta, tonno, legumi, ogni genere d’affettato e formaggi, si compravano a peso senza le confezioni cellophanate formato famiglia e men che meno monodose. Il vino, le bibite ma soprattutto acqua e latte si vendevano in bottiglie di vetro con una cauzione alla resa. Se la bottiglia si rompeva erano dolori per le tasche povere. Ma anche i signori scialavano meno. Il poeta scomodo avrebbe detto che la metastasi consumistica non s’era ancora impossessata delle nostre vite. Aveva ragione. Eppure pian piano arrivò anche nelle periferie delle città e nelle case rurali la smania del consumo e tanti politici, industriali, pubblicitari, comunicatori spacciavano per progresso quello che chiamavano sviluppo.
Sviluppo? forse. Progresso non proprio.
Nessun ideologismo in quest’affermazione, seppure politici di prime e seconde Repubbliche pensano che nominare l’ecosistema sia già opera sovversiva. Del resto se parliamo di casa nostra possiamo raccontare come in poco più di mezzo secolo siamo giunti a un punto di non ritorno in fatto di mondezza di terra, acqua e aria. Industriali senza scrupoli di prima, seconda, terza generazione hanno fatto proliferare le loro fortune col saccheggio diretto o indiretto dell’ecosistema. E’ colpa della famiglia Agnelli se l’aria delle nostre città è da decenni diventata il mix velenoso che cronicizza le bronchiti di milioni d’italiani?
In parte sì. Naturalmente siamo collusi, scegliamo noi di comperare le auto inquinanti che non sono solo le Fiat.
Però i produttori non possono nascondersi dietro a un dito: altre soluzioni, dall’elettrico all’idrogeno, nate da decenni son tenute in sospeso più per l’imperialismo del mercato degli idrocarburi che per altri fattori d’inquinamento ambientale – l’estrazione del cadmio per le batterie elettriche è comunque inquinante per la natura -. E’ vero che si va in auto anche quando non si dovrebbe ma il trasporto pubblico non è favorito né da politiche della viabilità né da usi e costumi.
I comportamenti collettivi.
Quel processo virtuoso che il capitalismo evita d’innescare ha una sfera morale su cui procedere che consisterebbe nel guadagnare un po’ meno e investire fondi per vivere meglio, salvaguardando la specie e la vita. In questo caso il progresso e lo sviluppo coinciderebbero.
Ma la globalizzazione da vent’anni sta seguendo le strade vecchissime dell’Inghilterra vittoriana, stessi fumi nelle province di Shangai e Chongqing e quel che resterà del mondo, dopo che l’attuale miliardo e mezzo di cinesi circolerà in auto, non si sa chi riuscirà a vederlo, non diciamo a governarlo. Le potenze del G8 potranno pur dire che queste sono responsabilità cinesi. Certo. Della Cina dei McDonald’s che segue gli stessi percorsi di chi sottoscrive gli accordi di Kyoto e non li rispetta, da Washington a Tokyo.
E poi quanti investimenti dei vecchi capitalisti d’Occidente sono stati delocalizzati in Cina e India? E’ il capitale ormai che non ha nazione e persegue la medesima logica in ogni latitudine, fra ogni etnia, un secolo fa come oggi.
E’ questo buco nero che la vita collettiva non sopporta più e rischia di finirci ingoiata. Il problema non sono solo la discarica di Pianura collassata da un decennio e Malagrotta satolla da due anni che può far finire Roma come Napoli. Il problema è l’imposizione di certi sistemi di vita e di chi ci specula su. Un esempio sta proprio dietro Pianura, a neppure una dozzina di chilometri in linea d’area: Arzano. Lì c’è la ditta che ha arricchito papà Salvatore e poi il figliuol prodigo Antonio D’Amato, la Finseda. Azienda leader mondiale dell’imballaggio che produce tutto quello che avvolge merci, edibili e non, che finiscono sulle tavole e nei magazzini nostri e di buona parte della popolazione Ue. Oddio, mica solo la Finseda crea imballaggi ma il suo fatturato è forte grazie a stabilimenti britannici, belgi, tedeschi e portoghesi. E grazie ai nostri consumi. Produrre sacchetti in polietilene e film – non pellicole cinematografiche – in polipropilene, vaschette per alimenti, polistirolo e commerciarli è ammesso dalla legge. I cibi e le merci che acquistiamo ci sono sdraiati sopra.
Queste norme che fanno molto bene ad aziende come la Finseda non lo fanno ai consumatori perché l’industria alimentare che utilizza quegl’imballaggi fa salire il costo della merce dal 20 al 30% come ha recentemente denunciato la Coldiretti
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E l’acquirente deve subire passivamente le imposizioni delle aziende – da chi produce le confezioni a chi impacchetta in quell’unico modo -. Nel nostro libero commercio non esistono più quel mercato dove si andava con la retina né le merci sfuse da poter acquistare. Gl’imballaggi che fanno le fortune d’imprenditori alla D’Amato, sanguigno presidente di Confindustria nel quadriennio 2000-2004, hanno fatto aumentare la spazzatura – è sempre la Coldiretti a denunciarlo - del 9% dal 2000 a oggi. Un milione di tonnellate in più solo di carta, tetrapack, bottiglie in Pet e Pe, che viaggiano, differenziate o meno, su e giù per discariche che gl’italiani non vogliono dietro casa. Discariche incapaci d’assorbire un’immondizia che ormai tracima e può sommergere le nostre abitazioni.
Accanto a nuove regole che dovrebbero non imporre un unico modo di vivere, basato sul consumare e gettare, occorrerebbero alternative. Ritrovare quei prodotti diversamente diffusi, acquisibili senza tutto il costoso impacchettamento. E si dovrebbe riconvertire la vita a un utilizzo intelligente della merce. Non si tratta di contrapporre il consumismo dell’usa e getta a una penuria, ma d’introdurre la cultura virtuosa del riutilizzo.
6 marzo 2008 Enrico Campofreda fonte: ecampofreda@tiscali.it



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POLITICI SFUSI E A PACCHETTI ...... e con pizzini


RAI: LATORRE, QUEL PIZZINO E' STATA UNA LEGGEREZZA
Roma, 20 nov. (Adnkronos) - "E' stata una leggerezza, ma in quel pizzino c'era scritto quello che piu' volte ho detto pubblicamente: esattamente quello che penso.Parlare di inciucio e tradimento per questa cosa mi sembra francamente troppo. Credo che sia una critica inaccettabile". Lo afferma Nicola Latorre, stasera alle telecamere di "Striscia la notizia". Il Tg satirico ha inviato Jimmy Ghione ad incontrare appunto l'autore di quello che il programma definisce il "pizzino dell'inciucio", Nicola Latorre (Pd) 'reo' di aver passato in un diattito televisivo al 'rivale' Italo Bocchino (Pdl) un foglietto con consigli su come rispondere alle accuse dell' 'alleato' dell' Idv Massimo Donadi. "Con tutto il chiasso che si sta facendo mi sento un po' pendente, come la torre di Pisa", ha detto ancora Latorre che, riferendosi al dibattito tv in cui e' avvenuto il fatto, ha aggiunto: "Effettivamente io li' avevo due avversari, non uno soltanto". Il senatore Latorre ammette ma l'inviato di 'Striscia' si toglie ugualmente una curiosita' improvvisando una perizia calligrafica, che conferma la paternita' del foglietto.
(Sin/Gs/Adnkronos)20-NOV-08 19:37

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Bigliettino di aiuto contro Donadi

Ancora tensione tra Italia dei Valori e Partito Democratico. La causa scatenate è l’episodio avvenuto durante la trasmissione "Omnibus", su La7. L’esponente del Pdl, Italo Bocchino, incalzato da Massimo Donadi dell’Idv sul tema della Vigilanza Rai, ha ricevuto un bigliettino in cui il "rivale" del Pd, Nicola Latorre, gli suggeriva come rispondere. Il contenuto del messaggio è stato svelato dal direttore Antonello Piroso.



"Io non lo posso dire. Ma la Corte Costituzionale? E Pecorella?" Questo il testo del bigliettino scritto da Nicola Latorre a Italo Bocchino durante la trasmissione. Un "suggerimento" provvidenziale: l’esponente del Pdl, in difficoltà per gli attacchi di Donadi sul tema della Vigilanza Rai, prende la parola e replica. "Voi avete detto no al nostro candidato alla Consulta. Perché noi non possiamo dire no al vostro per la Vigilanza?".

L’esponente dell’Italia dei Valori, Massimo Donadi, durante la trasmissione accusa il vice capogruppo del Pdl di aver negato, insieme alla maggioranza, l’elezione di Leoluca Orlando alla commissione di Vigilanza. In suo soccorso arriva l’alleato di Donadi, il senatore del Pd Nicola Latorre, che prende il quotidiano di Bocchino e glielo rende con un suggerimento scritto sul bordo di una pagina. E’ proprio il Direttore, Antonello Piroso, a recuperare il bigliettino e a renderne noto il contenuto.

"Lo scambio del "pizzino" fra Latorre e Bocchino dell’altro giorno – commenta Massimo Donadi – è la dimostrazione che in questo paese esiste un rapporto malato tra media, politica e affari. Che un rappresentante dell’opposizione, mio alleato, suggerisca ad un esponente della maggioranza come attaccarmi durante un dibattito televisivo è una rappresentazione visiva della politica del compromesso che mira solo all’esercizio del potere".
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2008-11-18 19:30
Chi e' Sergio Zavoli

Maestro incontrastato dell'inchiesta televisiva e presidente Rai, prima ancora che parlamentare (al terzo mandato da senatore, prima Ds, poi Ulivo, poi Pd), Sergio Zavoli - il cui nome circola in queste ore come candidato condiviso tra maggioranza e opposizione alla presidenza della Vigilanza Rai - nasce a Ravenna il 21 settembre 1923, anche se la sua città di adozione è Rimini della quale è anche cittadino onorario.
A 24 anni, nel 1947, entra nella neonata Rai, nel Giornale radio diretto da Antonio Piccone Stella, e diventa uno dei promotori della scuola del documentario italiano, con titoli come Scartamento ridotto, Notturno e Cnosso, che vince il Premio Italia nel 1954. Un riconoscimento che si aggiudicherà anche quattro anni dopo con Clausura, la celebre inchiesta che farà conoscere al mondo la realtà dei conventi femminili.
Nel 1967 passa alla tv e diventa condirettore del telegiornale per i servizi speciali: sono gli anni in cui Zavoli realizza decine di inchieste, inventa e dirige i settimanali Tv7 e Az, coordina e presenta anche una trasmissione che lo renderà caro al grande pubblico degli sportivi, il Processo alla Tappa del Giro d'Italia di ciclismo. Dal 1973 coordina e presenta la nuova edizione del tg delle 13 e poi diventa direttore del Gr1.
Nel 1980 viene nominato presidente della Rai, carica che mantiene fino al 1986, guidando l'azienda negli anni difficili della fine del monopolio e della nascita dell'emittenza privata. Dalla seconda metà degli anni '80 torna in video, come conduttore e autore di alcune tra le piu' belle inchieste della storia della tv, Viaggio intorno all'uomo, Nostra padrona televisione, Credere o non credere, Viaggio in Italia, ma soprattutto La notte della Repubblica (1989), dedicata al caso Moro: memorabile l'intervista al brigatista Germano Maccari, che parla fra le lacrime del rapimento, della prigionia e della morte dello statista Dc.
Nel 1990 Zavoli diventa presidente della nuova televisione di San Marino, la Rtv San Marino; nel 1993 continua la sua attività nella carta stampata, assumendo la direzione del Mattino di Napoli, che lascerà un anno dopo. Zavoli è autore di decine di saggi, molti dei quali tradotti in varie lingue. Tra questi, Viaggio intorno all'uomo, Nascita di una dittatura, Socialista di Dio (premio Bancarella 1981), Romanza (premio Basilicata 1987), Zeta come Zavoli, La notte della Repubblica, Di questo passo, Diario di un cronista.
Nel 2007 riceve dalla facoltà di Lettere e filosofia dell'Università di Roma Tor Vergata la laurea honoris causa in giornalismo. Nella sua lectio magistralis, il precetto che ha guidato la sua lunga carriera: 'primum informare'.
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Roma - Il neo presidente della commissione di Vigilanza sulla Rai, Riccardo Villari, è nato a Napoli il 15 marzo 1956. Eletto nelle file del Pd in Campania, è al suo quarto mandato parlamentare, il secondo da senatore dopo due legislature alla Camera. Oltre che della Vigilanza, fa parte della commissione Lavori pubblici e Comunicazioni di Palazzo Madama.
Dall'ospedale al Parlamento Napoletano, 56 anni, medico epatologo ("Fu grazie ad un mio studio che per i neonati arrivò la vaccinazione anti epatite B", dice con orgoglio), da tre legislature in Parlamento, Riccardo Villari è stato eletto presidente della commissione di Vigilanza Rai. La sua storia politica inizia alla fine degli anni Ottanta, quando viene lanciato da Vincenzo Scotti. Era l’epoca di Nello Polese sindaco. Di lì a poco sarebbe scoppiato il ciclone di Tangentopoli. A Napoli si ricorre ad una giunta di salute pubblica. Villari ne fa parte in qualità di assessore alla Cultura, ma solo per tre mesi. Nel 1994 entra nel Ppi e poi segue Rocco Buttiglione nella diaspora. In seguito lo lascia per Clemente Mastella.
Da Mastella alla Margherita Nel 2000 si candida alle regionali e resta nella Margherita, nonostante lo strappo di Mastella, ricoprendo la carica di responsabile per il Mezzogiono. Qualche ruggine con Ciriaco De Mita per un congresso regionale nel quale Villari si candida in contrasto con il "maestro" di Nusco. Più in là i due faranno la pace. Nel 2005 il suo nome circola come candidato alla carica di primo cittadino di Napoli, ma poi la spunta Rosa Russo Iervolino, che viene riconfermata a sindaco.
Dalla Camera al Senato Nella XIV e nella XV legislatura Villari è eletto, sempre in Campania, alla Camera. Alle ultime elezioni trasloca al Senato, entrando a far parte della commissione Lavori pubblici e comunicazioni e della stessa commissione di Vigilanza. Napoletano doc anche per quel che riguarda il calcio, Villari è presidente del Napoli Club Parlamento.
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----------------- ONDA CHE MONTA--------------

SABATO 15 NOVEMBRE ’08
ASSEMBLEA DELLE COMUNITÀ CAMPANE IN LOTTA
ore 10 sala “GEMITO” di fronte al Museo Nazionale (Napoli)

per leggere l'appello completo www.rifiutizerocampania.org

In questi 15 anni di emergenza rifiuti, gestita ad arte da centro destra e centro sinistra, la nostra regione é stata trasformata in territorio di morte e distruzione per favorire i profitti privati. Prima come pattumiera per rifiuti tossici provenienti dal ciclo industriale del nord e poi come sito per la costruzione di inceneritori e discariche nocivi.
Il Commissariato per l’Emergenza Rifiuti viene usato per derogare alle norme ordinarie in tema di salute, ambiente e sicurezza sul lavoro, per militarizzare i territori e incarcerare chi difende ambiente e salute.

Incontriamoci per unire le ribellioni di tutta la Campania, contro tutti coloro che hanno provato a mettere le comunità le une contro le altre, bollando le resistenze locali come criminali ed egoistiche.

- Per lanciare una campagna comune per un nuovo piano rifiuti senza discariche ed inceneritori, fondato sulla raccolta differenziata “porta a porta”, finalizzata al riciclo ed al recupero di materia, sulla riduzione a monte e sul trattamento a freddo dei rifiuti

- Per costruire l’unità delle lotte a difesa dei beni comuni, contro la devastazione ambientale e per un piano verso “rifiuti zero” sotto il controllo popolare

- Per lanciare una campagna contro la truffa dei CIP6

- Per decidere su come proseguire insieme la battaglia in difesa delle nostre vite e del nostro futuro

SABATO 15 NOVEMBRE ’08
ASSEMBLEA DELLE COMUNITÀ CAMPANE IN LOTTA
ore 10 sala “GEMITO” di fronte al Museo Nazionale (Napoli)

Presidio permanente di Chiaiano e Marano contro la discarica - Coordinamento dei comitati dell’Altopiano del Formicolo - Presidio Permanente di Taverna del Re (Giugliano) - Comitato Salute/Ambiente Napoli Est - Coordinamento Comitati contro l’incenerimento (Ponticelli) -
Rete Campana Salute e Ambiente

statigenerali@chiaianodiscarica.it - retecampanasaluteambiente@noglobal.org
www.rifiutizerocampania.org - www.chiaianodiscarica.it


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E PER FINIRE......LO SGUARDO DI BOCCHINO