7.11.08

per chi brucia la campania?

Dopo essere stata per gli ultimi vent’anni almeno la “pattumiera dei rifiuti industriali di Italia” ora, per chi dovrà bruciare la Campania?
8 giugno 2008 - Antonio Marfella

Considerato che:

Il recente Decreto Legge emanato dal Consiglio dei Ministri il 24 maggio 2008 prevede in Campania la installazione di 4 inceneritori per rifiuti indicando la portata di uno solo dei 4 (Acerra = 600.000 tonnellate/anno) . Dati ufficiosi sulla portata degli altri tre prevedono :
a) Salerno : 600.000 tonnellate/anno
b) S.Maria La Fossa : 400.000 tonnellate/anno
c) Napoli (est o ovest) : 400.000 tonnellate/anno
Per un totale quindi di 2 milioni di tonnellate/anno di portata per rifiuti solidi urbani.
il PIANO PASER 2007 (evidentemente non a conoscenza del Governo......) di sviluppo regionale della Regione Campania prevede altresì lo sviluppo di una serie di impianti di cosiddetto incerimento di biomasse sulla base di una stima di biomasse disponibili in Campania pari ad oltre 3,4 milioni di tonnellate/anno di biomasse disponibili, elaborata nel marzo del 2007. La disponibilità di biomasse stimata dalla stessa regione Campania nell'ottobre del 2006 si aggirava invece su 1.5 milioni di tonnellate di biomasse/anno rispetto ad una realtà disponibile che, su stima della comunità di agronomi della Provincia di Benevento, non supera invece le 600.000 tonnellate/anno complessive reali. Si ricorda infatti che la stima di 3.4 milioni di tonnellate/anno di biomasse disponibili è pari a quanto stimato per la Regione Baviera (la Regione piu' boscosa di Europa) e all'incirca pari al 50% di quanto stimato disponibile in Germania!
Sulla base di questa palese quanto falsa sovrastima di biomasse quindi sono in fase di avanzata progettazione/costruzione una serie di sovradimensionati impianti a biomasse distribuiti per la intera Regione Campania ma con maggiore concentrazione sempre nelle Province di Napoli e Caserta (Pignataro Maggiore, S. Vitaliano, S. Salvatore Telesino, Reino, Postiglione, Atena Lucana, ecc. ecc.) con portate variabili da un minimo di 40.000 tonnellate/anno ad un massimo di 150.000 tonnellate/anno (Pignataro Maggiore, Atena Lucana), per una "potenza di fuoco" complessiva non inferiore a 1.5 milioni di tonnellate/anno complessive.
La somma totale a regime di tutta questa serie di impiantistica "inceneritoristica" porta quindi ad una portata complessiva, in un Regione come la Campania (che sinora non ha visto la costruzione di un solo inceneritore a norma), pari a non meno di 3.5 milioni di tonnellate/anno di materiale da incenerire tra rifiuti e biomasse e si ricorda che in base a un decreto legge anche le cosiddette "ecoballe" sono potenzialmente in grado di essere riconducibili a biomasse da incenerire per termovalorizzazione.
La Campania produce circa 2.800.000 tonnellate/anno di rifiuti urbani cui si vanno ad aggiungere circa 6 milioni di tonnellate di cosiddette "ecoballe" attualmente depositate senza altra precauzione in vari siti dispersi per il territorio ( in particolare Taverna del Re nel Casertano definita dalla Magistratura "discarica a cielo aperto non a norma") per un totale quindi di circa 9 milioni di rifiuti da smaltire ( non necessariamente tramite incenerimento). Una volta smaltita questa quantità di rifiuti , sulla base delle vigenti norme di legge europee ed italiane , la quota da smaltire, escluso la frazione da riciclare e compostare, non supera però la quota di 600.000 tonnellate/anno come confermato dall'assessore all'Ambiente in carica Walter Ganapini!
Ammessa quindi la necessità, non obbligatoria per legge, di smaltire per incenerimento anche i 6 milioni di ecoballe, ne consegue che:
la attuale portata degli impianti previsti è ampiamente in grado di raggiungere e completare lo smaltimento per incenerimento entro due, massimo tre anni dalla realizzazione di tali impianti, (come infatti dichiarato in piu' occasioni anche dal Presidente del Consiglio) ma che quindi, per contratti non inferiori ai venti anni di esercizio, la Campania , in totale contrasto con tutte le normative di legge vigenti, sia italiane che europee, e in piena e totale violazione di qualunque trattato internazionale di riduzione di CO2, si avvia a disporre di una impiantistica di incenerimento complessiva pari a pressocche' il 100% della sua reale disponibilità di produzione annua di materiale da incenerire ( 2.800.000 tonnellate di rifiuti piu' circa 600.000 tonnellate reali di biomasse = circa 3.4 milioni di tonnellate/anno!) .

Ammettendo nel contempo la partenza e la realizzazione di congruo numero di impianti di compostaggio e di un minimo di raccolta differenziata, stimabile al 35% l'una (900.000 tonnellate/anno) e almeno al 20% l'altra (600.000 tonnellate/anno) ne consegue un evidente sovradimensionamento di tutta la impiantistica prevista di circa almeno 1.5 milioni di tonnellate/anno per non meno di 17 - 18 anni di esercizio per impianti che funzionano ininterrottamente sulle 24 ore senza possibilità di sospensioni di attività.

Appare quindi logica e matematica deduzione che è in atto la realizzazione di impianti di incenerimento sovradimensionati nel complesso per non meno di 1.5 milioni di tonnellate/anno di materiale che non potrà essere in nessun caso prodotto all'interno della Regione Campania.

La conferma della sovrastima delle biomasse disponibili proviene dalle stesse ditte che in vari casi (Postiglione, S. Vitaliano) sinora esplicitamente dichiarano che la biomassa necessaria sarà comprata e trasportata dall'estero (olio di girasole dalla Romania, ecc)

Tale cifra complessiva è purtroppo terribilmente e spaventosamente vicina a quanto stimato dalle indagini della Magistratura come movimento complessivo di smaltimento di rifiuti industriali provenienti da altre Regioni di Italia (prevalentemente dal Nord industriale) e sinora destinate a discariche illegali ma anche legali ( vedi Pianura) cioè non inferiore al milione di tonnellate/anno per gli anni considerati dalle indagini.

Non esiste Nazione, Stato o Regione al mondo che realizzi sul proprio territorio impianti di incenerimento sovradimensionati alle proprie esigenze, sulla base del principio di legge europeo di incentivare la riduzione e il riciclo e non l'inverso, ed evitare soprattutto di incenerire indifferenziatamente anche rifiuti tossici e/o pericolosi.

Si precisa altresì che, di sola acqua necessaria per il raffreddamento e la manutenzione di una impiantistica di tale portata, sarà necessaria una portata di acqua pari a non meno il 10% del fabbisogno idrico di una città come Napoli in una Regione che tende alla desertificazione di una percentuale del proprio territorio regionale non inferiore al 7%.

Come beffa finale, si precisa ancora che l'unico impianto non previsto di incenerimento sul territorio campano è invece quello per rifiuti speciali ospedalieri per una necessità non superiore alle 20.000 tonnellate/anno, ciò che impone alle vuote casse regionali ulteriori e gravose spese per smaltimento extraregionale di tali rifiuti (all'incirca non meno di 250 milioni di euro/anno). In questi giorni, abbiamo visto presente anche all'interno dei treni di rifiuti urbani semplici inviati all'estero (caso treni radioattivi ad Amburgo) tale categoria di rifiuti alimentando ulteriori e concreti dubbi sulle loro modalità di smaltimento intraregionale in presenza di impianti di incenerimento indifferenziato cosi enormemente sovradimensionati o di discariche non strettamente controllate.

Tali considerazioni, in ogni caso perfettamente logiche, lanciano una luce sinistra quanto tragica sulle motivazioni di questa palesemente realizzata ad arte "emergenza rifiuti" che vive anche oggi la Regione Campania.

In conclusione, questo palese, tossico, gravissimo e fuorilegge "GIGANTISMO" impiantistico della Regione Campania con una previsione per la sola Napoli di inceneritori per tremila tonnellate/giorno rispetto alle 1.500 di RSU prodotti (inceneritori di Barcellona + Vienna = 500mila tonnellate/anno per due milioni di persone ciascuno; Acerra + Napoli est = 1 milione di tonnellate/anno per 1 milione di persone complessivo!), impone una ultima, atroce e terribile, domanda:

dopo essere stata per gli ultimi vent'anni almeno la "pattumiera dei rifiuti industriali di Italia" (Magistrato Aldo De Chiara) ora, per chi dovrà bruciare la Campania?
l'inchiesta di rai news 24
Camorra fuochi e veleni. La sfida allo Stato continua...(Inchiesta Rainews24) from napoli urban blog on Vimeo.

Afragola e Casoria: lastre di eternit abbandonate accanto a fusti e copertoni
(Dal quotidiano Il Mattino di Napoli del 03/11/2008)
MARCO DI CATERINO


Casoria. C’è l’amianto.
Un centinaio di chili scaricati accanto a una stazione dell’acquedotto a Casoria. Altri due quintali, abbandonati all’aria aperta sul ciglio di via Cinque Vie ad Afragola, mentre un’altra cinquantina di chili fanno bella mostra sul ciglio di Ponte Tre Luci ad Afragola. E poi anche fusti di sostanze tossiche, rottami di auto e computer, vecchi divani, sedie di plastica. Nei pressi dell’ingresso del campo nomadi di via Cantariello, la cenere di cento e più incendi della «monnezza» è diventata un cumulo alto più di quattro metri che termina con altra immondizia che viene scaricata ogni giorno. E poi gli immancabili copertoni, e persino dei boccioni di vino. Lo scandalo della mille e più discariche abusive che avvelenano aria, acqua e suolo dell’hinterland, a dispetto di chi vuole che l’emergenza rifiuti sia solo un brutto ricordo. Centro di questa crisi ambientale che si consuma in silenzio, senza controlli, figurarsi poi un piano di sorveglianza, è Afragola. In via Cinque Vie, in poco meno di due giorni, nella zona dei cantieri dell’Alta Velocità, è spuntata una discarica di oltre diecimila metri quadrati, dove tra i rifiuti di ogni genere, qualche criminale ha scaricato un paio di quintali di onduline di amianto, avendo anche l’accortezza di formare una pila, che fa bella mostra su un cumulo di altri rifiuti. Un’altra discarica dove a occhio e croce sono state smaltite qualche centinaia di tonnellate di rifiuti, cresce ogni giorno, sotto un cavalcavia dell’Asse mediano, in via Saggese. Un’altra velenosa «miniera» di amianto si è formata in via Berlinguer, una stradina che costeggia l’autostrada, nel tratto di due centri commerciali. Il pericoloso materiale è stato scaricato già da diversi mesi accanto al cancello di ingresso di una stazione dell’acquedotto, e poiché la strada è molto stretta, viene schiacciato, polverizzato e liberato sotto forma di polvere dal continuo passaggio delle auto.

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il vecchio saggio




gigantismo

.............Non esiste Nazione, Stato o Regione al mondo che realizzi sul proprio territorio impianti di incenerimento sovradimensionati alle proprie esigenze, sulla base del principio di legge europeo di incentivare la riduzione e il riciclo e non l'inverso, ed evitare soprattutto di incenerire indifferenziatamente anche rifiuti tossici e/o pericolosi.

Si precisa altresì che, di sola acqua necessaria per il raffreddamento e la manutenzione di una impiantistica di tale portata, sarà necessaria una portata di acqua pari a non meno il 10% del fabbisogno idrico di una città come Napoli in una Regione che tende alla desertificazione di una percentuale del proprio territorio regionale non inferiore al 7%.

Come beffa finale, si precisa ancora che l'unico impianto non previsto di incenerimento sul territorio campano è invece quello per rifiuti speciali ospedalieri per una necessità non superiore alle 20.000 tonnellate/anno, ciò che impone alle vuote casse regionali ulteriori e gravose spese per smaltimento extraregionale di tali rifiuti (all'incirca non meno di 250 milioni di euro/anno). In questi giorni, abbiamo visto presente anche all'interno dei treni di rifiuti urbani semplici inviati all'estero (caso treni radioattivi ad Amburgo) tale categoria di rifiuti alimentando ulteriori e concreti dubbi sulle loro modalità di smaltimento intraregionale in presenza di impianti di incenerimento indifferenziato cosi enormemente sovradimensionati o di discariche non strettamente controllate.

Tali considerazioni, in ogni caso perfettamente logiche, lanciano una luce sinistra quanto tragica sulle motivazioni di questa palesemente realizzata ad arte "emergenza rifiuti" che vive anche oggi la Regione Campania.

In conclusione, questo palese, tossico, gravissimo e fuorilegge "GIGANTISMO" impiantistico della Regione Campania con una previsione per la sola Napoli di inceneritori per tremila tonnellate/giorno rispetto alle 1.500 di RSU prodotti (inceneritori di Barcellona + Vienna = 500mila tonnellate/anno per due milioni di persone ciascuno; Acerra + Napoli est = 1 milione di tonnellate/anno per 1 milione di persone complessivo!), impone una ultima, atroce e terribile, domanda:

dopo essere stata per gli ultimi vent'anni almeno la "pattumiera dei rifiuti industriali di Italia" (Magistrato Aldo De Chiara) ora, per chi dovrà bruciare la Campania?



L'ACQUA IN CAMPANIA
Ai militari americani di stanza nell'hinterland di Napoli e Caserta è stato vietato di bere l'acqua che scende dai rubinetti, perchè sarebbe troppo inquinata.

Il Comando della Marina USA in Europa ha infatti emesso un ordine di "sospensione temporanea degli affitti" per il proprio personale, a seguito dei risultati dei test sulle acque erogate dagli acquedotti di queste cittadine. Le analisi, eseguite dal Navy and Marine Corps Public Health Center della Virginia, avrebbero infatti individuato la presenza di pericolosi agenti inquinanti. In particolare, a preoccupare particolarmente il Comando della Marina ci sarebbe l'individuazione di altissimi livelli di "componenti organiche volatili, bioprodotti presumibilmente derivanti da solventi industriali". Acque ad altissimo rischio per la salute degli statunitensi che invece continuano ad essere distribuite alle popolazioni locali, utilizzate inoltre per irrorare le campagne dove vengono prodotti ortaggi e verdure e le aziende in cui si allevano i bufali per la produzione di latticini.

I comuni interessati sarebbero 4: Arzano, Casal di Principe, Marcianise e Villa Literno, guarda caso cittadine in cui dominano i Casalesi.

La marina americana stava cercando alloggi per i suoi uomini in queste cittadine, ma a seguito dei risultati sulle acque ha deciso di alloggiare i proprio uomini in altre città della provincia di Napoli, segno che di quell'acqua proprio non si fida.

Il personale statunitense che vive a Casal di Principe, dovrà lasciare immediatamente le abitazioni per la "scoperta di inaccettabili livelli di componenti organiche volatili nelle acque ad uso degli abitanti della città". "In non tutte le abitazioni in cui sono stati effettuati i test - precisa il Comando della Marina USA di Napoli - sono stati rilevati limiti inaccettabili. Ma sino a quando le aree a forte rischio non potranno essere meglio definite, la prudenza vuole che si sospendano tutti i nuovi affitti".

E infine i polli Arena non possono essere venduti nei centri vendita della Marina statunitense in Campania.

P.s. Per chi sostiene che l'emergenza rifiuti, in Campania, è bella che finita.

VIVA LA CAMPANIA!!!!

e si arrivo' anche a questo!!!!!
La battaglia su internet: "Mai più campani in parlamento"
C'è chi ricorda i precedenti con Mastella e De Gregorio. Ma qualcuno risponde: "Anche il nostro presidente della Repubblica è partenopeo"
«Mai più candidati campani in Parlamento». Sono a centinaia gli utenti che avanzano questa singolare proposta dai forum e dai social network di internet.

A scatenare questa ondata di commenti sono state le mancate dimissioni dalla commissione di vigilanza Rai del senatore napoletano Riccardo Villari.

Su "facebook" crescono a ritmo incessante i gruppi che invitano Villari a dimettersi: sessantacinque quelli a lui dedicati. «Prima De Gregorio, poi Mastella, ora Villari: ma perché continuano a candidare napoletani in parlamento?»- scrive Luca in una delle tante discussioni dedicate alla vicenda.

Il pregiudizio verso i parlamentari napoletani va ad aggiungersi a un sentimento razziale nei confronti di tutti i napoletani: tanti i gruppi intitolati "Odio Napoli", alcuni di questi sono stati chiusi proprio in questi giorni a seguito di commenti di indubbio cattivo gusto come: «Vorrei che Hitler fosse ancora vivo e i napoletani come gli ebrei». Ma se questi gruppi hanno suscitato l'indignazione da parte degli utenti napoletani, le proposte di non candidare più campani in Parlamento hanno avuto ampi consensi proprio dai tanti frequentatori partenopei che affollano queste discussioni.

«Effettivamente - commenta Carlo - i parlamentari campani si distinguono sempre per opportunismo e furberie. Sono dei "tornisti", come quelli che vanno dalla De Filippi, gli basta avere una poltrona su cui sedersi».

Ma c'è chi replica: «Non dimentichiamoci che il nostro Presidente della Repubblica è napoletano e riconosciuto come una persona di spessore e anche il primo Presidente, De Nicola, ha lasciato un ricordo di onestà e trasparenza. Non si può fare di tutta un'erba un fascio». E fra i tanti gruppi di "facebook" sul caso Villari che ormai superano i diecimila iscritti, è possibile trovare anche qualche sostenitore del chiacchierato senatore: "Villari for president" oppure l'ironico "Villari resta cu 'mme".

Di riflesso la "convenctio ad excludendum" per i parlamentari campani viene ripresa anche da altri web forum come i "meetup", i gruppi che fanno riferimento al blog di Beppe Grillo, a cui si aggiungono diversi blog che commentano la vicenda soffermandosi sui precedenti casi di parlamentari campani "voltagabbana": De Gregorio e Mastella i più citati. (21 novembre 2008)
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Dai rifiuti le nuove mutazioni genetiche in Campania

L’emergenza rifiuti in Campania, come altre emergenze diventate ordinarie (ad esempio l’emergenza idrogeologica che tiene in vita ben due Commissariati Straordinari da 9-10 anni senza nemmeno avere messo in sicurezza nemmeno uno dei paesi colpiti dalle frane del sarnese) sta iniziando a determinare una mutazione genetica. Da circa 14 anni sono spuntati sempre più numerosi gli individui locali e importati che prosperano sulle emergenze ambientali provocate da eventi naturali o provocate ad arte dall’uomo. Hanno un comportamento strano; forse traendo ispirazione da Paperon de’ Paperoni, che si tuffa nelle monete, costoro amano immergersi nel fango o nei rifiuti e non disdegnano, ogni tanto, qualche sniffata di fumo termovalorizzante. Forse per capire meglio come usare il denaro pubblico senza risolvere i problemi, fare ingrassare i sempre più numerosi rampolli delle caste e le lobbies parassitarie; forse per affossare le risorse ambientali strategiche per l’assetto socio-economico della Campania e mettere le basi per una assuefazione e sfoltimento degli abitanti. Contrariamente a quanto affermato recentemente da quello scienziato che ritiene che ormai la razza umana non evolverà più, sembra che la monnezza campana stia favorendo una nuova mutazione genetica: si delineano gli “Uomini Struzziuti” (fusione di struzzo e rifiuti). Gli struzzi, si dice, mettono la testa sotto la sabbia; gli “uomini struzziuti” invece la mettono sotto i rifiuti per non vedere i danni che provocano ai cittadini e all’economia regionale. Tale atteggiamento impone di diffondere notizie addomesticate da parte dei mass media sinora dimostratisi fin troppo servili e velinari. Gli Struzziuti che hanno dimostrato finora una palese non volontà di risolvere il problema e garantire un normale servizio di smaltimento dei rifiuti, cercano affannosamente di non perdere la remunerativa situazione emergenziale cercando di convincere gli italiani che i campani sono sporchi e cattivi e sottomessi alla malavita organizzata per cui devono essere adeguatamente “trattati”, naturalmente guadagnandoci sopra. La linea commissariale, in ossequio agli ordini ricevuti da chi comanda in Italia ed ha sapientemente e fruttuosamente pilotato finora lo scandalo rifiuti, è logica e banale come si è intuito dalle dichiarazioni fatte spensieratamente a Napoli il 9 ottobre 2008 dal Presidente del Consiglio. Razionalizzare e rendere legale quanto già accaduto endemicamente in Campania con lo smaltimento illegale dei rifiuti: 1- accumulare rifiuti di ogni tipo in siti non idonei (chiamati discariche come quelle già fatte di Basso dell’Olmo a Campagna, di Macchia Soprana a Serre e di Sant’Arcangelo Trimonte nel beneventano e quelle da realizzare di Chiaiano, Terzigno, Cava Mastroianni e di Andretta), e militarmente protetti in modo da potere agire indisturbati senza alcun controllo da parte dei cittadini troppo attaccati al governo trasparente e alle verifiche democratiche che provocano il rifiuto delle attività lobbystiche parassitarie come quelle che hanno caratterizzato 14 anni di scandalo rifiuti; meglio poi se i siti sono protetti ambientalmente come i Parchi naturali, i SIC (Siti di interesse Comunitario) e le ZPS (Zone a Protezione Speciale), e meglio ancora se sono al di sopra dei prelievi delle acque (come l’Oasi di Persano) e fatti in modo da non garantire sicurezza ambientale, la salubrità delle produzioni casearie e la salute dei cittadini nelle prossime decine di anni; 2- concentrare i vari fuochi abusivi (accesi per bruciare anche i rifiuti pericolosi provenienti da varie parti d’Italia, attualmente irrazionalmente dispersi nella pianura campana) e rifiuti vari prodotti in altre regioni nei cinque (per ora) inceneritori.
Con il proliferare degli inceneritori si innescherà un’altra modificazione. Le cicogne, che notoriamente consegnano i neonati a domicilio, sorvolando gli inceneritori saranno attratte dai maxischermi televisivi sapientemente ubicati sulle ciminiere per invitarle a riposare; in tal modo i bebè respireranno sane boccate di fumi termovalorizzanti e si abitueranno ad essere “guidati” dagli immancabili e servili opinionisti. Il risultato sarà ancora più innovativo ed efficace se si brucerà, tra le balle di rifiuti vari, anche una balla di canapa indiana al giorno prodotta in loco, sui suoli inquinati, al posto del mangime bufalino. La Campania si appresta ad essere il campo sperimentale delle mutazioni genetiche per fare crescere i nuovi cittadini che progressivamente incorporeranno nel DNA gli elementi inquinanti indispensabili per vivere nelle nuove condizioni ambientali. Finalmente, in un ambiente adeguatamente inquinato non ci sarà più il timore dei rifiuti tossici e della diossina e il fumo degli inceneritori sostituirà l’ossigeno.
E gli adulti? Per loro non c’è scampo. Abituati a dire di no all’inquinamento ambientale, progressivamente scompariranno per lasciare il posto agli “struzziuti” neo assuefatti ai fumi termovalorizzanti sapientemente resi inebrianti. Il combustibile non mancherà; l’ha assicurato il Presidente del Consiglio. Finiti i milioni di balle di rifiuti campani, fatti oculatamente conservare dall’ABI per intascare i proventi gratuiti del CIP6 pagati dai fedeli e accondiscendenti consumatori finali, arriveranno i rifiuti delle altre regioni. E’ giusto! Così la Campania potrà restituire i favori avuti dalle altre regioni che hanno accolto i nostri rifiuti negli anni passati. Dobbiamo solo ringraziare le lobbies che contano. Hanno pensato loro a tutto.
Noi che siamo già nati dobbiamo solo pagare: in euro e con la salute.

Prof. Franco Ortolani
Ordinario di Geologia
Università di Napoli Federico II



Tragedie napoletane. Emergenza rifiuti, inchieste giudiziarie, condanne a risarcimenti milionari della Corte dei Conti per il Governatore, prossimo commissariamento della Sanità stuprata dal clientelismo e dagli sprechi, aumento della disoccupazione, crescita sottozero, turismo ed agroalimentare in agonia, camorra più aggressiva e feroce che mai, presidi militari, Napoli ad Hollywood con Gomorra, Napoli violenta con le baby gang che picchiano i vigili urbani, Napoli dei lazzari che la possiedono al centro come in periferia, la Regione ultima tra quelle meridionali, federalismo alle porte che ci coglie impreparati, una emergenza sociale che si sposa con una “civile” ed un altra criminale fino a farne un mix esplosivo senza precedenti, il capo del Governo ogni settimana al capezzale di una malata che sta per entrare in coma. E a Santa Lucia ed a San Giacomo, nei palazzi del potere, nel partito di maggioranza si continua imperterriti a far finta di niente. Tutti ai loro posti, tutti incollati alle poltrone, tutti immersi nella routine fatta di disagi, inefficienza, propaganda. Senza ragione, senza responsabilità, senza “scuorno”.
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di Barbara Casalegno

Continua inspiegabile l’intesa tra il governatore e Berlusconi. Come si fa a non tener conto di rinvii a giudizio di un personaggio, beffeggiato come “votantonio votantonio” che ha involgarito, che ha cambiato le regole del vivere civile, che ha distrutto la città di Napoli?

Se Bassolino è ancora alla testa della Regione lo si deve ai componenti della coalizione politica che lo ha sostenuto in questi anni: politici anche bravi ma senza reddito: se vanno via non sanno che cosa fare, ma nel frattempo ottengono tutto ciò che chiedono, vedi la lista dei “precari” che ha già superato le tremila unità.

Nell’ultimo incontro avuto con il premier il “votantonio”, piazzista capo del bassolinismo antipolitico e delirante, ha discusso cinque punti: nodo Capodichino, credito di imposta, cassa integrazione, fondo per aree sottoutilizzate, risorse europee… capiscimiamme.

Di Pietro è alle porte e c’è chi prepara i tappeti per riceverlo in pompa magna.
Salutos, mucciaccios!
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mercoledì 10/09/2008 15:00
CIRO MONACO SUGLI SCEMPI DI NAPOLI

di Paolo Marsico

NAPOLI - Il Capogruppo consiliare del Movimento Civico, Ciro Monaco ha parlato del disagio di alcune zone della città di Napoli: « Una vasta e storica area del Centro Antico cittadino, racchiusa fra lo spiazzo antistante l’Istituto Universitario “L’Orientale” ed il complesso monumentale di S. Chiara, continua ad essere la vergogna della città. Vicoletto S.Giovanni Maggiore è ridotto ad un orinatoio pubblico, tanto che l’accesso è inibito dal tanfo che promana dall’urina in ristagno e dalla discarica di vecchi mobili ed elettrodomestici ivi accantonati, divenuti tane di ratti ed insetti di ogni specie.I pochi turisti che si avventurano in zona, scappano via turandosi il naso, sbigottiti per l’indecenza che ormai caratterizza quest’area. In Largo Banchi Nuovi, primeggia lo scempio della Chiesa S. Cosma e Damiani in pessimo stato conservativo ridotta a ricettacolo di immondizia ed un adiacente disastrato ex locale commerciale a piano terra, rimasto miseramente abbandonato, fa da cornice al quadro di desolazione e degrado che contraddistingue la piazza. Largo S.Giovanni Maggiore, Largo Banchi Nuovi e tutte le strade di collegamento, dal giovedì alla domenica, sono invasi da orde di giovani, provenienti da ogni parte della città e della provincia, che, attratti dai ritrovi notturni presenti in zona, si intrattengono fino a notte inoltrata, eccedendo in degustazioni gastronomiche e bevute colossali, tali da ridurre l’area in questione ad un vero e proprio campo di battaglia dei più devastati.In proposito, emerge chiaramente che l’ASIA non è assolutamente in grado di garantire la pulizia delle strade e la raccolta dei rifiuti prodotti in quantità inverosimili e lo scenario che si presenta ogni mattina è raccapricciante. Tenuto conto che le inadempienze dell’ASIA sono tante ed evidenti, in quanto molte strade cittadine sono ridotte a letamai, la raccolta differenziata segna continuamente il passo per la disorganizzazione del servizio ed il trasporto e smaltimento dei rifiuti continuano ad essere problemi ricorrenti, mi chiedo se non sia il caso di provvedere per l’affidamento del servizio ad altro soggetto, operativamente e managerialmente affidabile.Abito in zona e sono quindi testimone degli scempi perpetrati e dell’invivibilità nel quartiere, aggravata dalla totale assenza di controlli della polizia municipale che compromettono anche la sicurezza e dalle infelici scelte di un’Amministrazione locale che, senza garantire valide alternative, dispone incontrollate zone a traffico limitato o stravolge i percorsi viari locali.Tutti sopportiamo continuamente i disagi e le prevaricazioni derivanti dalle pretese libertà dei giovani moderni e subiamo l’impotenza e l’incapacità di un’Amministrazione locale che, in analogia a quanto accade in altri quartieri cittadini, non è assolutamente in grado di tutelare i benché minimi diritti della popolazione residente, né tantomeno di garantirne la sicurezza. In molte città del centro-nord, Sindaci coscienziosi e coraggiosi hanno operato scelte decise ed adottati provvedimenti anche impopolari per salvaguardare i diritti delle popolazioni residenti, a Napoli invece si enfatizza la cultura delle libertà, del libero arbitrio e del garantismo, si subiscono le intolleranze di minoranze sempre più ardite ed impunite e si resta fanalino di coda in tema di vivibilità e di civiltà».



OCCUPAZIONE DI SUOLO PUBBLICO