12.1.09

ALLE FRONDE DEI SALICI di SALVATORE QUASIMODO



E come potevamo noi cantare

con il piede straniero sopra il cuore,

fra i morti abbandonati nelle piazze

sull’erba dura di ghiaccio al lamento

d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero

della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?

Alle fronde dei salici, per voto,

anche le nostre cetre erano appese,

oscillavano lievi al triste vento